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lunedì 20 giugno 2016

Una proposta di “democrazia dal basso”: La “Guida virtuosa” come “Volontariato su strada”.

Il traffico stradale come “Polis in - action”, cioè come Comunità in azione, uno spaccato, una sezione, della struttura inconscia di una società. Direi: “Se vuoi conoscere e modificare in profondità e velocemente le relazioni all'interno di un certo luogo, osserva ed intervieni sul suo traffico veicolare”. La prima domanda a cui è necessario rispondere è: ma perché una persona dovrebbe fare volontariato e perché proprio nella modalità indicata da “LA VIA DELLA GUIDA”, cioè “Volontariato su strada”? Che vantaggio ne ricava? Perché dovrebbe investire del tempo in questa attività? Chi glielo fa fare? La risposta sarà articolata su due livelli: uno generale e l'altro specifico. Il primo livello riguarda le attività di volontariato in generale. Perché una persona decide di fare volontariato? Chi glielo fa fare? Eppure sono tante in Italia e nel mondo le persone che lo fanno. Il volontariato è l'arte del “dono” e si sa che ciò che dai ti ritorna, indirettamente e sotto altra forma. Ciò che non dai, lo perdi. Arriviamo ora al secondo livello di risposta, quello più specifico. Perché seguire proprio questa proposta e fare volontariato nella specifica maniera indicata da “LA VIA DELLA GUIDA”? Perché quella della guida, di qualsiasi mezzo, anche dei propri piedi, è un'attività nella quale siamo normalmente impegnati per un tempo non trascurabile della nostra giornata. I nostri volontari saranno mossi dall'intenzione di trasformare ogni spostamento in un viaggio, esteriore ed interiore, quale occasione di crescita personale e collettiva. L'eroe/volontario è chiamato ad effettuare una non facile rinuncia alla reazione immediata, in caso di una (reale o presenta) provocazione da parte di un altro automobilista, o utente della strada in generale. E' lo sforzo di passare da una modalità automatica, tipica di un atteggiamento re-attivo, che offre un facile ma sterile, immediato e pericoloso sfogo emotivo; ad una modalità meditata, di tipo pro-attivo, quella di chi prosegue per la propria strada, rimanendo centrato sul proprio obiettivo, indifferente alle sollecitazioni esterne che lo possano far deviare/s-centrare. La creazione di una “Comunità dei guidatori virtuosi” formata dai nostri volontari, prevista nel progetto, non sarà fine a sé stessa, bensì il primo passo – indispensabile – per attivare meccanismi virtuosi di sistema, realizzando “massa critica”. Il primo passo non può non passare attraverso il singolo e la sua auto-consapevolezza. Questo è anche un modo, per uscire dalla propria autoreferenzialità, come singolo e/o come associazione. Ci può essere anche la possibilità di un volontariato di 2° livello; cioè dell'azione di “volontariato su strada” effettuata durante una qualsiasi attività di volontariato. Il passo successivo è la creazione di “processi di sistema” che non passano attraverso la consapevolezza del singolo, ma che non sono per questo meno efficaci. Passano invece attraverso il meccanismo dell'imitazione. Esempio dell' “accento stradale”. L' accento stradale è il modo effettivamente operante – diverso, come un dialetto locale, a seconda dei diversi contesti di riferimento – nel quale vengono declinate le norme contenute nel “Codice della Strada”. L'accento stradale corrisponde al modello dominante di un determinato contesto. Modello che influenzerà inevitabilmente il comportamento, adeguandovisi, di chiunque (residente o di passaggio) attraversi le strade di quel contesto o comunità. L' ultimo riferimento è per la mobilità sostenibile. Questo progetto si inserisce a pieno titolo nell'ottica della mobilità sostenibile perché, promuovendo comportamenti “virtuosi” riduce un doppio livello di inquinamento ambientale: quello fisico/chimico e quello emotivo, promuovendo una guida rilassata e mirando all'obiettivo delle emissioni (emotive) zero. E' ormai un dato certo che il futuro della mobilità non sta nell'automobile e nel mezzo privato in generale. La proposta in oggetto vuole partire dall'esistente per contribuire a poterlo cambiare. E poi, comunque, i principi della “guida virtuosa” valgono anche per chi guida un mezzo pubblico, o condiviso!   I principi della "guida virtuosa" sono contenuti nel:

                                        Manifesto Etico-Politico