Prenota Ora

giovedì 28 ottobre 2010

Quando il problema delle precedenze si pone al di fuori dell'ambiente strada.

Milano, 28 ottobre 2010, ore 11.00, all'interno di una filiale di una banca importante.
Arrivo in banca accompagnando mia madre, la quale deve fare alcune operazioni allo sportello.
Arriviamo e notiamo con piacere che non c'è nessuno in attesa prima di noi, ma dobbiamo comunque munirci di biglietto per accedere allo sportello. Essendo anch'io correntista nella stessa banca, anche se non nella stessa filiale, utilizzo la mia carta bancomat per avere il diritto di precedenza e non essere sorpassati da qualcuno che eventualmente arrivasse dopo di noi ed utilizzasse a sua volta la carta, beffandoci. Tiro fuori la carta e mentre la sto inserendo nella macchina che da i biglietti, vedo avvicinarsi a noi un signore distinto sui 50 anni che ci guarda un momento e poi si allontana. Noi continuiamo nell'operazione, ritiriamo il biglietto, leggiamo il numero e la lettera che vi sono scritti ed alziamo lo sguardo per informarci a che numero sono arrivati. Mentre scatta il nuovo numero per l'accesso agli sportelli, vediamo che è proprio il nostro numero, ma quando leggiamo anche il numero dello sportello verso cui rivolgerci, vediamo che non è libero ed è allora che noto la stessa persona che avevo visto poco prima allontanarsi da noi. E' lì, allo sportello dove alle spalle della cassiera fa bella mostra di sé il nostro numerino. Attendo qualche istante, poi con mia madre decidiamo che forse ci conviene procurarci anche un biglietto normale, non privilegiato, nel caso in cui chiamassero un altro numero. Eccoci quindi ad attendere con due biglietti in mano, mentre allo sportello l'operazione del distinto signore cinquantenne procede. A questo punto la situazione si fa finalmente chiara ai miei occhi: eravamo stati gabbati da quell'uomo, il quale si era presentato allo sportello prima di noi, senza presentare il biglietto, ma lasciando credere alla cassiera di averlo. Io da parte mia all'inizio avevo pensato che quella persona dovesse solo consegnare un documento, magari a completamento di un'operazione precedente, per cui non sono intervenuto subito, anche perché la cassiera stessa aveva avallato con il suo comportamento questo fraintendimento. Nel frattempo nessun altro numero viene chiamato e quando finalmente il nostro “amico” ha finito, cosa succede? Scatta un altro numero e compare il nostro secondo numerino. Quando raggiungo la cassiera le faccio presente con pacatezza la situazione e allora lei mi risponde che aveva pensato che quello fosse il turno di quel signore, visto il modo in cui si era presentato.

Considerazioni:
- la cassiera comunque avrebbe dovuto verificare il possesso del biglietto da parte del cliente che di volta in volta si presenta al suo sportello. Altrimenti a che serve quel sistema di regolazione delle precedenze? Questo però vuol dire che probabilmente questa situazione non è tanto comune, se ha sorpreso anche lei, oltre che me.
- guardiamo la cosa dal punto di vista della fretta. Noi non avevamo una fretta eccessiva, anche se non volevamo che qualcuno ci passasse davanti. Non sappiamo come fosse messo riguardo alla fretta il nostro scortese collega cliente. Chissà, magari aveva una fretta mortale.... Certo, in quel caso poteva anche dirlo! O forse la fretta non c'entra...
- comunque alla fine sono stato contento di non essere intervenuto direttamente con quella persona, a reclamare certo un mio diritto, ma anche a rischiare di far intervenire - a sproposito, come sempre - il Giustiziere che c'è in me!

Voi come vi sareste comportati?