Visto che di fatto il tema in oggetto durante la mia intervista televisiva di oggi su Sky TG24 è stato solo sfiorato, ho deciso di utilizzare questo mio blog per esporre qui in modo più ampio il mio pensiero al riguardo.
L'episodio di sabato notte, o meglio di domenica mattina alle 4.00 in Viale Serra a Milano, in sé e per sé non ha niente di intrinsecamente diverso dagli innumerevoli episodi conflittuali che quotidianamente avvengono in una città come Milano (così come in un qualsiasi altra parte del mondo). La differenza è che questa volta non solo a momenti ci scappava il morto, ma colpisce il modo - il crick dato in testa ai due giovani durante la lite - il quale stimola particolarmente l'immaginario collettivo.
La differenza tra questo esito drammatico ed altri, dove magari te la cavi solo con un po' di paura, è spesso solo una questione... di fortuna!
Dico questo, consapevole che quanto detto possa apparire cinico, perché in effetti la “qualità” della relazione tra automobilisti il più delle volte è la stessa, è cioè contrassegnata da una ben determinata visione di che cosa si intende per “buon guidatore”: un buon guidatore è uno che ha il controllo assoluto del mezzo su cui viaggia e della situazione in generale. E' uno che non si fa "fregare" da nessuno. Quindi è uno a cui non riesci a fregare il posto al parcheggio, a cui non togli la precedenza se la precedenza gli spetta, o che non riesci a sorpassare se lui/lei non lo vuole. E' uno, come nel caso dell'episodio citato, che se lo sorpassi e quasi lo urti quando rientri a destra - non sappiamo se premeditatamente o inavvertitamente, ma per il nostro ragionamento non fa alcuna differenza - si sente in diritto di chiederti conto di questa tua manovra e ti “invita” ad accostare per “chiarire” insieme le cose. Il più delle volte tale invito rimane non raccolto, oppure, anche se raccolto, l'esito del chiarimento rimane senza conseguenze perché agito solo sul piano verbale. Succede però che alle volte la “maionese” impazzisce, si incontrano persone che non dovrebbero incontrarsi e succede la tragedia. Tutto è affidato alla fortunosità degli incontri, in sostanza alla fortuna.
Diverso è il discorso se per “buon guidatore” o come lo chiamo io, per “guidatore virtuoso” intendiamo un guidatore, con qualsiasi mezzo, il quale non si preoccupa di controllare ossessivamente la situazione ed il mezzo, ed in caso di “provocazione” (reale o semplicemente ritenuta tale) non chiede immediatamente “soddisfazione”, trasformando l'ambiente stradale in un tribunale e lo spostamento in un duello. Il guidatore virtuoso “lascia andare”, rimanendo in questo modo libero di andare per la propria strada, anziché reagire rincorrendo gli altri sulla loro strada.
Un' ultima annotazione. Mi pare significativo segnalare che nello stesso momento in cui avveniva questo drammatico episodio, sempre a Milano durante la notte bianca partiva per la prima volta il servizio notturno dei mezzi pubblici. Un altro mondo. Il vecchio ed il nuovo che coesistono.
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