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venerdì 27 agosto 2010

Commento alla presentazione del libro di Umberto Galimberti: “L'ospite inquietante: il nichilismo e i giovani ”.

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“I giovani stanno male, non per ragioni esistenziali”, dice Umberto Galimberti ed aggiunge: “La qualità del disagio giovanile oggi non è di carattere psicologico, ma culturale”, rintracciando la causa di questo disagio culturale nel nichilismo, cioè - citando Nitzsche - ”nella perdita di valore di tutti i valori. Ogni cosa si avvolge su sé stessa, in un'assenza assoluta di orizzonte e di orientamento.”. E conclude: “Questo ospite inquietante, il nichilismo, è entrato davvero nella psicologia dei nostri giovani, nella configurazione tipica del nostro tempo, che è quella di un'assenza di futuro.”.
Giovani e droga: rito di iniziazione, rito dell'esperienza del morire. Proposta di Galimberti di far incuriosire i giovani delle loro virtù. Per arrivare a coltivare l'arte del vivere. Investimento su di sé. I giovani come i fiori: “Che bello vederli fiorire, invece che appassire”. Quindi: “Conosci te stesso, individua la tua virtù, falla esplodere". Questa è la felicità, secondo Galimberti e secondo gli antichi greci.
Questo tema mi intriga parecchio, mi appassiona e lo sento intrinsecamente vero.
Io personalmente ci ho messo quasi due decenni - più una vita - per scoprire qual'è la mia virtù. Sono arrivato alla conclusione che la mia virtù, dal punto di vista lavorativo, è tutta concentrata nel Progetto “LA VIA DELLA GUIDA: come trasformare lo stress della guida nel traffico in un'occasione di crescita individuale e collettiva”. La potrei definire come una proposta per “condur-si”, conducendo, in modo virtuoso”.
LA VIA DELLA GUIDA è: un progetto politico (non partitico), un' attività di volontariato, psicologia applicata, una proposta eticamente connotata, mobilità sostenibile, attenzione all'ambiente esterno/interiore, una nuova arte marziale, etc.
La mia virtù, da un punto di vista più privato e personale, è la nascita - tardiva - di mia figlia Stella.
Mettersi al mondo, mettendo al mondo. La virtù della generatività: di un progetto, come di un figlio.
Creatività e procreatività hanno la stessa radice, in termini affettivi sono la stessa cosa. Questo crea futuro, per i giovani e per i meno giovani.
E per finire riprenderei la conclusione della intervista/presentazione di Galimberti: “Se i giovani sapessero appassionarsi e innamorarsi di sé e soprattutto alle proprie capacità, provando il gusto di vederle fiorire, forse l'ospite inquietante - il nichilismo - non sarebbe passato invano.”.
E' importante questo passaggio. Con esso si accetta il dato di fatto della presenza del nichilismo. Anziché negarla, rimuoverla o attaccarla (in nome dei più svariati valori), se ne prende atto e si cerca di darle un senso in positivo. La crisi dei valori può generare quel “nuovo” che i valori, tutti i valori, tendono a sacrificare.
Questo senza entrare nelle problematiche “concrete”, nei problemi “oggettivi” che la sovrapopolazione, e l'inquinamento del pianeta pongono per chi erediterà il futuro e che concorrono a creare quel disagio culturale di cui Galimberti parlava all'inizio.
Forse quel “nuovo” che la crisi dei valori genera è l'irrobustimento di un sano istinto di sopravvivenza, declinato a livelo di specie. Un sano narcisismo di specie, che viaggia in parallelo con un sano narcisimo individuale, auspicato da Galimberti nel suo libro.
Ciò di cui abbiamo bisogno e qui sono io a parlare, è un salto quantico di specie. Una mutazione specie-specifica dell'Homo Sapiens. Ma non di quella mutazione, peraltro già in atto, che sta portando la nostra specie ad ibridarsi con la tecnologia. In un mondo inquinato ed inospitale solo questi ibridi potranno sopravvivere.

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