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venerdì 6 agosto 2010

La tecnologia ci salverà?



Rispondo al post di oggi di Luca Conti sul Blog Tekneco.
http://mrgreen.tekneco.it/post/911758762/la-tecnologia-ci-salvera

La domanda che Luca Conti pone è: “La tecnologia ci salverà?”

La prima cosa che mi viene in mente è la famosa frase che Dostoevskij - ne l'Idiota - mette in bocca al principe Myskin, riportata da un terzo personaggio: “E' vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?”.
E' importante rilevare che è appunto un “Idiota”, o almeno ritenuto tale, a parlare. Verità così “scandalose” sono accettate solo se chi le profferisce non è ritenuto credibile. Così come avveniva per il giullare di corte e avviene oggi con la satira.
Il problema della tecnologia è che si rivolge al singolo, “salva” il singolo, gli risolve molti problemi e in qualche modo lo avvantaggia rispetto a chi non la utilizza.
Così è stato per ogni invenzione: dalla clava al computer, passando per l'automobile, tanto per rimanere nel campo a me più famigliare.
La tecnologia mostra tutti i suoi limiti se spostiamo invece l'ottica dal singolo all'intero contesto, alla collettività. Quel valore aggiunto che la tecnologia da al singolo, si vanifica se i calcoli vengono fatti in riferimento alla totalità. Il vantaggio, in termini relativi, dei primi fruitori di una tecnologia viene vanificato se tutti dispongono di quella tecnologia. Così come è avvenuto per le automobili!
Chiediamoci: quale futuro abbiamo come possibilità di vita su questo pianeta per le prossime generazioni? E poi, di quali generazioni stiamo parlando? Generazioni di quale specie?
Della specie umana? Ma possiamo ancora considerare come umana una specie che sempre di più si ibrida con la tecnologia, allontanandosi sempre di più dai ritmi, dalla dimensione e dalla specificità animale?
Un esempio.
Dal Corriere Della Sera on line del 20 luglio 2010 riporto la seguente notizia: “Da Milano a Shangai senza conducente - Progetto «Overland 13»: raggiungerà la metropoli cinese per la chiusura dell'expo”.
http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/10_luglio_20/shanghai-overland-expo-guida-autonoma-1703420525442.shtml
Ebbene si, ci stiamo arrivando. Non manca molto alla guida senza conducente, o meglio, con conducente tecnologico. Quindi, per rispondere alla domanda iniziale, potremmo benissimo considerare questo un modo per aumentare la sicurezza stradale, la tecnologia che ci salverà dagli incidenti stradali. Già, ma a me suona un po' come il buttare via il bambino con l'acqua sporca. Il presupposto della ricerca in oggetto - mi parrebbe di capire - è che i rischi di incidente derivino dal “fattore umano”, per cui basta togliere il fattore umano e abbiamo realizzato la maggiore sicurezza possibile. E la guida virtuosa?
Voglio dire: e la possibilità di utilizzare la guida nel traffico come una delle possibili forme della crescita personale e collettiva, dove va a finire? Ho già capito che mi dovrò riciclare e preparare corsi di guida virtuosa per robot-autisti. O meglio, non sarò io a farlo, ma un altro robot- psicologo del traffico!

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