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domenica 29 agosto 2010

Commento all'articolo: “Contravvenzione? Lei non sa chi sono io”.

http://www.facebook.com/notes/villacidronet/lon-sisinnio-piras-denunciato-per-violenza-minacce-e-lesioni-a-pubblico-ufficial/439340026896#!/photo.php?pid=14506041&fbid=10150233207865162&op=1&view=all&subj=439340026896&aid=-1&auser=0&oid=439340026896&id=392581310161

Riporto il mio intervento scritto per il giornale "La Nuova Sardegna" e non (ancora) pubblicato.


Alla cortese attenzione della Redazione del giornale “La Nuova Sardegna”.

Gentile Redazione de “La Nuova Sardegna”,

mi chiamo Sabino Cannone, sono psicologo-psicoterapeuta, esperto in psicologia del traffico.
Intervengo in merito all'episodio descritto nell'articolo di Mauro Lissia pubblicato ieri 28.08.2010, sul Vostro giornale, perché, oltre al caso singolo, mi pare emblematico di un certo modo di pensare, di un certo clima culturale.

Per presentare il 1° workshop di guida virtuosa, a cui invito vivamente l'On. e Consigliere Regionale Sisinnio Piras a partecipare, ho usato le seguenti parole: “Parafrasando Shakespeare: essere e non essere, questa è la Via. Il Tao, la Via, è integrazione delle polarità.”. La polarità dell'essere e quella del non essere. L'espressione “Lei non sa chi sono io”, così come il dito medio alzato, o peggio, l'investire fisicamente un vigile, sono la conseguenza di un eccesso di “essere”, a spese del non essere. Un eccesso di pieno, a scapito del vuoto. Il non essere, il vuoto, diventano intollerabili. E non solo per il protagonista di questa incresciosa vicenda, ma per tutta la nostra società.
Il clima culturale è quello che premia il concetto di sicurezza a scapito di quello di condivisione, ciò che invece garantirebbe una “sicurezza” reale.
Nell'ambito del campo in cui lavoro, questo clima culturale ha trovato espressione nel concetto di sicurezza stradale e di guida sicura.
La sicurezza stradale è, né più né meno, che una parola feticcio. Ci si riempie la bocca con essa, soprattutto i politici, ma non significa niente. E' un'entità statistica. Si riferisce al dato statistico auspicato: "incidenti zero", o più realisticamente, al dato statistico auspicato: "incidenti...un po' meno”. Non sto parlando, sia charo, delle vittime della strada - a qualsiasi titolo - quelle sono entità concrete, persone in carne ed ossa e rispetto la loro triste sorte; mi riferisco proprio al concetto di sicurezza stradale. E' un concetto pericoloso per il vivere civile, oltre che fumoso ed aleatorio, perché spinge nella direzione del conformismo e della de-responsabilizzazione. Sicurezza per chi? Per il singolo o per il sistema? Il termine sicurezza deriva dal latino “sine-cura, cioè assenza di cura, senza problemi, non me ne devo curare. Su questa strada si arriva ben presto al “me ne fotto” di chi trasgredisce volutamente le regole, del Codice della strada e non solo. Vi sembrano poi tanto diversi, in questa prospettiva, la guardia ed il ladro? A me sinceramente no. In questo caso, cioé l'episodio che stiamo discutendo, la guardia è chi fa le leggi (il politico) e non chi è chiamato a farle rispettare (l'agente di polizia municipale, un vero eroe dei nostri tempi). Proporrei quindi un cambio di paradigma: dal concetto di guidatore sicuro a quello di guidatore virtuoso.

Per chi fosse interessato e volesse saperne di più a tal proposito, suggerisco di visitare il blog che ho dedicato a queste tematiche, tramite il seguente link:
http://laviadellaguida.blogspot.com/

Segnalo inoltre il riferimento al gruppo che ho di recente aperto su Facebook, dal titolo: LA VIA DELLA GUIDA.

Grazie per l'attenzione. Dr. Sabino Cannone

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