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domenica 22 agosto 2010

PRESENTAZIONE

In un periodo storico quale è quello in cui viviamo oggi, di messa in crisi degli stessi fondamenti del vivere sociale, nasce questa mia proposta “LA VIA DELLA GUIDA: come trasformare lo stress della guida nel traffico in un'occasione di crescita individuale e collettiva”.
Una proposta sfaccettata e letteralmente ambigua, rivolta cioè contemporaneamente all'individuo ed alla collettività, in una circolarità virtuosa di reciproco arricchimento, nel riconoscimento della reciproca dipendenza. Parte da una situazione semplice, persino banale, quale è la guida - con qualsiasi mezzo - nel traffico viabilistico quotidiano, sfruttando la notevole energia presente nell'ambiente stradale, per arrivare a trasformare quella stessa energia, percepita fino a quel momento solamente come esperienza stressante, in un'occasione potente per la propria crescita personale e per quella della collettività. In che modo?
Dal punto di vista del singolo, trasformando un qualsiasi spostamento in un vero viaggio, pratico ma anche metaforico, esteriore ed interiore. Le provocazioni arriveranno immancabilmente, ma anziché inveire contro la cattiva sorte, oppure verso il nemico di turno, alla maniera dell'”Automobilista Incazzato”, il fortunato personaggio creato da Joele Dix, quella che - a torto o a ragione, non ha alcuna importanza - viene percepita quale una provocazione, diventa, se gestita in modo corretto, una palestra per la propria capacità di auto-consapevolezza, auto-controllo e crescita personale; nel passaggio, ad esempio da un atteggiamento reattivo ad uno proattivo, che ignora cioè la provocazione. Mentre sul versante della crescita collettiva, la proposta è quella di creare una “Comunità dei guidatori Virtuosi”, una “Virtuous Drivers Community”, per darle un respiro internazionale. Si propone cioè il passaggio da una prospettiva individualistica e verticale, inevitabilmente contrassegnata dalla compiacenza nel rapporto tra il singolo utente della strada e l'autorità, dove gli altri utenti sono percepiti alla stregua di concorrenti, ad un prospettiva orizzontale, comunitaria, dove gli altri utenti sono percepiti quali compagni di strada. Deve essere chiaro che il guidare – un mezzo qualsiasi, anche i propri piedi – è un atto politico, nel senso che riguarda la Polis, il luogo del vivere sociale. Questo giustifica la prospettiva etica qui proposta. Un bel gesto, un gesto virtuoso, si propaga, esattamente come lo fa un brutto gesto. Ma mentre il brutto gesto, il gestaccio, serve essenzialmente a scaricare le tensioni interne di chi lo mette in atto, inquinando “emotivamente” l'ambiente circostante, il gesto virtuoso aumenta il benessere del sistema nel suo complesso. Laddove l'aumento del benessere del sistema si riversa a cascata in un maggior benessere anche per il singolo.

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